Come sono stati gli ultimi dieci anni del vino? Decisivi, tra eccesso di offerta mondiale e crisi finanziaria; hanno portato a grandi cambiamenti e differenti strategie sui mercati internazionali. Lo hanno evidenziato – al convegno di Confagricoltura su “2001-2010, il decennio che ha cambiato il mondo del vino” – gli analisti di Rabobank International, il colosso finanziario olandese, nato a fine Ottocento dalla fusione di due Casse Rurali e che oggi fa ancora dell’originaria specializzazione nell’agricoltura il punto di forza.
L’eccesso di offerta mondiale di vino, che ha caratterizzato il mercato negli ultimi dieci anni, è stato affrontato in modo differente nel “Vecchio Mondo”(in primis Italia) e nei paesi del cosiddetto “Nuovo Mondo” (Australia, Nuova Zelanda, Cile, Sudafrica e Usa).
L’Italia, con la riforma del settore vitivinicolo, ha provveduto alla progressiva razionalizzazione delle superfici vitate e parallelamente ha puntato su produzioni di vino di maggiore qualità. I Paesi del Nuovo Mondo, invece, a causa di elementi strutturali, quali riserve abbondanti e domanda interna satura, hanno puntato sull’export principalmente di vino sfuso o comunque di vino di segmento prezzo-qualità inferiore, in una strategia di salvaguardia dei volumi.
Dal passato al futuro, quali sono le opportunità di crescita dell’export enoico? Senz’altro, ad avviso di Rabobank, mercati promettenti sono Regno Unito, Usa e Cina, ma con dei chiari distinguo. Il Regno Unito rimarrà il maggior importatore di vino nel mondo, ma sarà sempre più legato ai vini del Nuovo Mondo e con una sempre più accentuata tendenza ad un livellamento della domanda verso il basso (causato da politiche governative altamente restrittive che colpiscono il consumo di alcolici in genere).
Il vino italiano è previsto che mantenga la sua leadership negli Stati Uniti. Nel 2010 sono stati importati dall’Italia ben 221.6 milioni di litri di vino in bottiglia (senza bollicine), che equivalgono a più del triplo di quanto importato dalla Francia. La Cina è sicuramente un mercato emergente, sebbene al momento le importazioni in questo Paese rappresentino appena il 10% del totale.
I principali fattori che secondo Rabobank influenzeranno la competitività nel prossimo futuro sono innanzitutto legati alle diverse modalità di approccio al mercato da parte del Vecchio e Nuovo Mondo, il primo più legato alla protezione e denominazione del prodotto, con particolare attenzione alla parte “intangibile” dello stesso, il secondo più focalizzato alla funzionalità del prodotto ed ai volumi di vendita.
“Di certo – ha commentato il general manager di Rabobank International Rossella Schiavini – la sovrapproduzione, la pressione della grande distribuzione e lo sviluppo del private label saranno elementi cruciali di impatto sulla concorrenza. Nei mercati emergenti come la Cina sarà vitale adottare politiche commerciali diverse rispetto a quelle finora intraprese, rivolte alla promozione del proprio vino, non solo verso i distributori, ma anche verso il consumatore finale. La volatilità dei cambi continuerà a persistere e quindi a giocare un ruolo importante sulle esportazioni verso i mercati esteri”.
Fonte: CONFAGRICOLTURA